sempre più difficile
Il testo di questo post l'ho scritto su un apposito quadernino, mica sempre ho il computer sottomano, fortunatamente... era un giorno in cui mi sentivo ottimista, il colore era blu ma tendente all'azzurro. La luna piena ancora non mi aveva folgorato nel suo splendore all'uscita di una galleria sull'autostrada mentre tornavo a casa dalle mie marmocchie ricordandomi che ciò che cerco è uno spazio femminile luminoso e positivo.
Ho riletto il capitolo del libro "Mestruazioni" riguardo i primi passi alla scoperta della natura ciclica femminile e mi hanno colpito le affermazioni riguardo all'esistenza di cicli base di attività e riposo (BRAC) di 90-120 minuti, riconosciuti come ritmo profondo del nostro essere, un ritmo che si ritrova in tutti i nostri sistemi organici di regolazione (come quello nervoso, immunitario e endocrino). "Coltivare l'attività di permettere" dice la Pope, e di permettersi, tanto per cambiare, aggiungo io. Ad esempio fissare una specie di sveglietta sonora che invita a permettersi pause di 10 minuti ogni 120 minuti di lavoro in modo da riprendere contatto con la necessità di rispettare il proprio essere intero e fisico e i suoi bisogni, anche solo stiracchiandosi o distogliendo lo sguardo per un po'. Fissare momenti nella giornata in cui prendersi un spazio per sé sempre e comunque: 10 minuti la mattina e 20 la sera dedicati a sé, senza remore e sensi di colpa. Giusto per cominciare...
Se nei prossimi giorni riuscirò ad appropriarmi di questi spazi e a mantenere la giusta attenzione riuscirò forse a rispondere ogni giorno alle domande centrali di questo primo mese di ascolto: ho sperimentato qualcuna di queste sensazioni?
- sogni forti e intensi e/o tendenza a fantasticare;
- momenti di forte intuizione, sincronia, sensitività;
- emozioni accentuate o assenza di emozioni;
- sentimenti di connessione o mancanza di contatto - desiderio di intimità/solitudine;
- sentirsi bene o a disagio con se stesse;
- desiderio sessuale/mancanza di desiderio;
- reazioni verso l'esterno/degli altri verso di me;
- sensazioni materne (nelle diverse sfumature di accettazione o rifiuto);
- pensieri riguardo alla vita, al lavoro, ai rapporti interpersonali;
- capacità o incapacità di azione;
- gentilezza/durezza;
- esigenze e bisogni emotivi, spirituali, relazionali, alimentari, sessuali, ambizioni;
- cambiamenti fisici.
Per concludere e bilanciare tutta questa energia e attenzione al femminile riporto nuovamente una poesia scritta da un uomo. Ho trovato il libro nello scaffale della biblioteca comunale mentre ne cercavo un altro che ha scelto di rendersi irreperibile. Riportare poesie permettere di gustarle in profondità, parola per parola.
Perché il giovane vagabondo allo spuntare del giorno
ha scelto di venire alla mia porta?
Ogni volta che entro o esco gli passo accanto,
i miei occhi sono presi dal suo viso.
Non so se devo parlargli o tacere.
Perché ha scelto di venire alla mia porta?
Le notti nuvolose di luglio sono scure,
il cielo d'autunno è azzurro pallido,
i giorni primaverili sono turbati
dal vento del sud.
Egli canta le sue canzoni con nuove melodie, ogni volta.
Tralascio di lavorare e i miei occhi
s'annebbiano di lacrime.
Perché ha scelto di venire alla mia porta?
da Poesie d'Amore
Guanda Editore, Parma: 1996
Ho riletto il capitolo del libro "Mestruazioni" riguardo i primi passi alla scoperta della natura ciclica femminile e mi hanno colpito le affermazioni riguardo all'esistenza di cicli base di attività e riposo (BRAC) di 90-120 minuti, riconosciuti come ritmo profondo del nostro essere, un ritmo che si ritrova in tutti i nostri sistemi organici di regolazione (come quello nervoso, immunitario e endocrino). "Coltivare l'attività di permettere" dice la Pope, e di permettersi, tanto per cambiare, aggiungo io. Ad esempio fissare una specie di sveglietta sonora che invita a permettersi pause di 10 minuti ogni 120 minuti di lavoro in modo da riprendere contatto con la necessità di rispettare il proprio essere intero e fisico e i suoi bisogni, anche solo stiracchiandosi o distogliendo lo sguardo per un po'. Fissare momenti nella giornata in cui prendersi un spazio per sé sempre e comunque: 10 minuti la mattina e 20 la sera dedicati a sé, senza remore e sensi di colpa. Giusto per cominciare...
Se nei prossimi giorni riuscirò ad appropriarmi di questi spazi e a mantenere la giusta attenzione riuscirò forse a rispondere ogni giorno alle domande centrali di questo primo mese di ascolto: ho sperimentato qualcuna di queste sensazioni?
- sogni forti e intensi e/o tendenza a fantasticare;
- momenti di forte intuizione, sincronia, sensitività;
- emozioni accentuate o assenza di emozioni;
- sentimenti di connessione o mancanza di contatto - desiderio di intimità/solitudine;
- sentirsi bene o a disagio con se stesse;
- desiderio sessuale/mancanza di desiderio;
- reazioni verso l'esterno/degli altri verso di me;
- sensazioni materne (nelle diverse sfumature di accettazione o rifiuto);
- pensieri riguardo alla vita, al lavoro, ai rapporti interpersonali;
- capacità o incapacità di azione;
- gentilezza/durezza;
- esigenze e bisogni emotivi, spirituali, relazionali, alimentari, sessuali, ambizioni;
- cambiamenti fisici.
Per concludere e bilanciare tutta questa energia e attenzione al femminile riporto nuovamente una poesia scritta da un uomo. Ho trovato il libro nello scaffale della biblioteca comunale mentre ne cercavo un altro che ha scelto di rendersi irreperibile. Riportare poesie permettere di gustarle in profondità, parola per parola.
Perché il giovane vagabondo allo spuntare del giorno
ha scelto di venire alla mia porta?
Ogni volta che entro o esco gli passo accanto,
i miei occhi sono presi dal suo viso.
Non so se devo parlargli o tacere.
Perché ha scelto di venire alla mia porta?
Le notti nuvolose di luglio sono scure,
il cielo d'autunno è azzurro pallido,
i giorni primaverili sono turbati
dal vento del sud.
Egli canta le sue canzoni con nuove melodie, ogni volta.
Tralascio di lavorare e i miei occhi
s'annebbiano di lacrime.
Perché ha scelto di venire alla mia porta?
Rabindranath Tagore
da Poesie d'Amore
Guanda Editore, Parma: 1996
A-Li, carissima! a volte sembra che leggi proprio dentro di me e credo come in me in altre.
RispondiEliminaSapessi quante volte mi sono trovata a domandarmi se certi pensieri, se certe emzioni le provassi io sola o se capitasse anche ad altre donne come me, quando certi momenti belli o brutti, certi pensieri di odio amore cpaitassero anche ad altre. Come è difficile capire l'essere donne se non si è donne! Crescendo lo si capisce. Io ho poco meno di trent'anni e lo sto assaporando per la prima volta ed è un gusto dolceamaro. Siamo così del resto. Da quando vivo in montagna mi accorgo che mi commuovo più spesso di prima, come ignorare le meraviglie dei sentimenti che si provano?
Grazie A-li