tempo

Il solito libro di Alexandra Pope, nell'indicare un percorso di conoscenza sul potere del ciclo mestruale descrive tredici alleati a cui ricorrere nel momento in cui si sente che i giorni più difficili si stanno avvicinando: silenzio, solitudine, immobilità, lasciarsi andare, semplicità, lentezza, morbidezza, cura di sé, serenità, santuario, sacro, sostegno, sonno.
Inizierei dalla "cura di sé" descritta così: "se vi occupate di voi stesse non vuol dire che siete egoiste. L'interesse per sé è prezioso e si dimostrerà anche un buon investimento a lungo termine. Forse qualcuno si lamenterà nel vedervi così prese da voi stesse. Non vergognatevi di volervi bene". Questa è una delle indicazioni che mi è rimasta più impressa e su cui ho tentato di mantenere l'attenzione. Ora che ho deciso di ricominciare il viaggio alla scoperta del ciclo, voglio dare uno spazio definito ai tredici alleati, a cominciare da questo. La prima luna piena di autunno si avvicina, sarà il 12 ottobre; in quel giorno vorrei celebrare la luna piena e il mio sangue, il mistero della femminilità, prendendomi almeno un piccolo spazio per me, che sia una passeggiata in centro, una tazza di thè sul divano, il parrucchiere, mezz'ora di meditazione o una serata al cinema con le amiche. Invito chi si è già imbarcata con me in questo viaggio o è tentata di farlo o anche solo ha voglia di godersi la propria natura ciclica, a prendersi un momento di respiro e raccontarmelo e raccontarcelo nel suo prima, durante e dopo.
Alla luna piena successiva (il 10 novembre) tenterò anche di condividere la mia mappa mensile delle emozioni (e dei colori) giornalieri, di più non riesco a fare per dare forma e sostanza alle diverse fasi del mio ciclo, vedremo cosa verrà fuori.
Tempo fa un amico, l'8 marzo mi regalò questa poesia, è rispuntata stasera, mentre raccoglievo le mie cose in vista di una partenza improvvisa e necessaria. Non so dire esattamente perché, ma mi sembra perfetta per dare voce e speranza a questo viaggio, uno spazio al maschile, un invito e un augurio.

Canzone del carceriere

Dove vai bel carceriere
Con quella chiave macchiata di sangue
Vado a liberare la mia amata
Se sono ancora in tempo
L'avevo chiusa dentro
Teneramente e crudelmente
Nella cella del mio desiderio
Nel più profondo del mio tormento
Nelle menzogne dell'avvenire
Nelle sciocchezze del giuramento
Voglio liberarla
Voglio che sia libera
E anche di dimenticarmi
E anche di lasciarmi
E anche di tornare
E di amarmi ancora
O di amare un altro
Se un giorno le va a genio
E se resto solo
E lei sarà andata via
Io serberò soltanto
Serberò tuttavia
Nel cavo delle mani
Fino alle ultime mie ore
La dolcezza dei suoi seni plasmati dall'amore

Jaques Prévert

Commenti

  1. Che poesia e idea fantasmagorica!
    mi fa piacere davvero, anche se io domani avrò la tac da fare come momento per me utilizzerò l'ora del conrso di danza Tribale che mi paice moltissimo.
    E' cominciato tra l'altro il giorno di Mabon, all'equinozio e ho danzato moltissimo in onore del mio raccolto...

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